Corso Kids: tra schemi motori e capacità coordinative

Da maurizio

Il primo corso che la nostra scuola propone è rivolto ai più piccoli atleti, nella fascia di età compresa tra i 3 e i 6/7 anni ed è denominato “corso Kids“. Tale corso, che abbiamo sia nella palestra di Gavirate sia in quella di Travedona Monate, non si può propriamente etichettare come un vero e proprio corso di karate, e difatti questo viene spiegato ai genitori, che magari si aspettano che il proprio figlio possa imparare a tirare pugni o calci in volo nel giro di tre o quattro mesi. Più che altro, è il benessere psico-fisico del bambino ciò che maggiormente deve stare a cuore all’istruttore ed è per questo che l’obiettivo devia dall’insegnamento del karate al consolidamento e allo sviluppo di tutto quel bagaglio motorio di cui il giovane potrà trovare beneficio con la crescita.

(anche vestirsi da Babbo Natale rientra nelle competenze di un buon istruttore :))

Perciò, è bene spiegare ciò che i nostri piccoli iscritti dovrebbero trovare in un corso sportivo indirizzato alle loro esigenze.

Si parla di “schemi motori” e “capacità coordinative”.

Gli “schemi motori” sono i movimenti basilari dell’essere umano e si imparano con l’esperienza. Sono banalmente: camminare, rotolare, saltare, arrampicarsi, lanciare, afferrare. Sono movimenti naturali che vengono “consolidati” e usati come basi per risolvere compiti motori via via sempre più complicati.

Le “capacità coordinative” servono per apprendere un movimento, saperlo controllare e organizzarlo successivamente. Si suddividono in generali e speciali e vedono il loro migliore periodo di sviluppo dai 6 anni in su, come spiegato da Martin I. con il suo modello delle Fasi Sensibili, 1982.

Dalla teoria alla pratica: il corso Kids ha bisogno quindi di un’ulteriore suddivisione. I bambini di 3/4 anni avranno esigenze diverse dagli altri.

Esempio classico: la capovolta in avanti!

Cosa fare con i bambini della prima fascia (3/4 anni)? Beh dipende dal bambino: ci sono bambini che anche a 3 anni si buttano già (pochi) e altri invece no: in questo caso, si parte dal rotolamento laterale, poi si inizia spiegando la corretta posizione dei piedi e delle mani e man mano (con tanta pazienza), prima con l’aiuto, si arriva alla prima capovolta! Sempre rispettando le paure che man mano vengono superate, grazie al legame affettivo e di sicurezza che deve instaurarsi tra istruttore e allievo.

Con gli altri invece, si possono già fare capovolte un pò più difficili: capovolte nel cerchio sospeso, capovolte con il pallone di spugna tra i piedi …

Poi possiamo aggiungere, capovolta, poi salto sul posto e circonduzione delle braccia. Capovolta, afferro la palla e la lancio al compagno cercando di far partire il movimento dal petto in linea retta. Capovolta, flessione della coscia cercando di mantenere la posizione monopodalica per due secondi.

Ed ecco, che lavorando parallelamente poi più avanti su altri aspetti legati alla disciplina del karate: capovolta, guardia, gyaku tsuki al pallone o mawashi geri gamba arretrata sul pallone.

Ecco quindi come un semplice esercizio, si possa destrutturare partendo dalle basi, per poi inserirlo in un contesto inerente al nostro sport.

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